L'acufene può essere descritto come un rumore costante o intermittente, come un ronzio, un fischio, un fruscio o un sibilo. Può essere percepito in una o entrambe le orecchie, o internamente nella testa. La sua intensità può variare da persona a persona e può essere accompagnata da altri sintomi come vertigini, perdita dell'udito e problemi di concentrazione. Il termine acufene deriva dal greco e significa “cosa udita”. Si intende dunque la percezione di un rumore in assenza di qualunque sorgente sonora esterna al nostro organismo; sono rumori fastidiosi, talvolta anche intensi, che si possono percepire in una o in entrambe le orecchie, oppure genericamente all’interno della testa. Gli acufeni possono esprimersi in molti modi: comunemente sono percepiti come fischi “sottili” di frequenza acuta, altre volte come ronzii e quindi più spostati sulle frequenze gravi, in altre occasioni hanno un suono variabile e diffuso su tutte le frequenze dell’udibile (es. cinguettio, grilli, cigolio), oppure sono di tipo pulsate come il cuore o intermittente come uno scatto meccanico.
Le cause dell'acufene possono essere molteplici e spesso complesse. Tra le principali cause note vi sono:
La condizione è spesso valutata clinicamente su una semplice scala da “lieve” a “catastrofico” in base agli effetti che esso comporta come lo stress emotivo, disturbi del sonno e le difficoltà di concentrazione.
Secondo l’Oregon Tinnitus Clinic circa il 15% della popolazione mondiale soffre di acufene. Un’altissima percentuale di queste persone, dal 70 al 90% è soggetta anche ad una qualche forma di ipoacusia. Il fatto che la maggior parte dei pazienti acufenici presenti anche dei deficit uditivi ha portato a considerare la percezione dell’acufene correlata alla deprivazione acustica. Il nostro cervello tende ad iper-compensare gli stimoli che non riceve dalle orecchie a causa dell’ipoacusia, spesso generata da un danno alle cellule ciliate. Questa iper-compensazione può contribuire a provocare l’acufene. L’acufene può essere paragonato alla “sindrome dell’arto fantasma” che alcune persone sperimentano quando il cervello fa loro percepire del dolore di una parte del corpo che, invece, non c’è più. Trattare l’ipoacusia con soluzioni acustiche permette di sentire con più facilità i suoni ambientali deboli, proprio per questo, può contrastare l’effetto dell’iper-compensazione, rendendo meno evidente e fastidioso l’acufene.
Le soluzioni acustiche non eliminano l’acufene, tuttavia la maggior parte dei pazienti conferma di ottenere una diminuzione del volume ed una minore percezione del problema acufenico. Questo perché offrono massima amplificazione negli ambienti silenziosi, riducendo così il contrasto tra l’acufene ed il silenzio. Limitano la loudness complessiva che vien presentata all’orecchio quando ci si trova in ambienti rumorosi, ovvero quelli più difficili per chi soffre di ipoacusia.
L’acufene è un disturbo molto complesso ed eterogeneo, le cui origini – spesso sconosciute – sono diverse da paziente a paziente, ad oggi non esiste una terapia efficace che sia in grado di curare tutti i tipi di acufene. Inoltre, è molto difficile identificare quale tra i vari trattamenti proposti sia efficace per ogni paziente. I pochi trattamenti validi a disposizione mirano da un lato ad alleviare il fastidio causato da questo disturbo dell'orecchio, dall’altro ad agire sulle cause che l’hanno generato. Una volta effettuata la diagnosi di acufene, solitamente ci si avvale di un approccio terapeutico multidisciplinare, che prevede quindi una o più tecniche di cura. Obiettivo della terapia riabilitativa, è quello di decondizionare il paziente che soffre di acufeni, attenuandone il grado di consapevolezza e gestendo i fattori emozionali, responsabili della persistenza dell’acufene stesso; lo scopo della procedura, non è la soppressione dell’acufene, bensì introdurre l’abitudine alla sua percezione, ovvero, il “ricondizionamento” della sua percezione, equivalente dell’estinzione passiva del riflesso condizionato. Il “ricondizionamento” viene attuato sia attraverso una terapia di supporto psicologica, sia attraverso una terapia del suono, sia attraverso la TRT (Tinnitus Retraining Therapy); quest’ultima strategia terapeutica, elaborata da Jastreboff, ha lo scopo di aumentare la quantità di suoni a cui il paziente è esposto.
Conclusioni
È molto importante sottolineare che in caso di insorgenza di un acufene è consigliato rivolgersi a un medico otorino o audiologo. Inoltre è ormai noto e comprovato che l’angoscia scatenata dall’acufene è altamente correlata alla perdita uditiva, alla paura e allo stress. Per questo le nuove soluzioni acustiche hanno sviluppato uno specifico trattamento, una strategia che comprende non soltanto l’utilizzo dispositivi di altissima qualità, ma anche un vero e proprio programma completo ed articolato, che vede la sinergia di più strumenti: l’informazione, il counselling ed un apposito programma di training. La terapia data da queste soluzioni acustiche non pretende di essere una cura, né eliminare il tinnito, ma ha l’obiettivo di assicurare che l’acufene non eserciti un impatto negativo sulla qualità della vita delle persone. L’audioprotesista deve mettere in pratica il trattamento avendo chiaro tutto il profilo audiologico e psicologico del paziente, in modo tale che si senta rassicurato e guidato in tutto il percorso che affronterà al fine di avere un approccio più positivo verso il proprio disturbo acufenico.
Audioprotesista
Bibliografia
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Direttore Sanitario Dott. Giuseppe Rossella, autorizzazione sanitaria rilasciata dal Comune di Piacenza
n° 3790 del 17/12/2024
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